Gioco Patologico?
Il gioco, quando é sano, può essere piacevole. Tentare la sorte di tanto in tanto é una cosa naturale e del tutto lecita; se si giocano importi ragionevoli di tanto in tanto non significa avere un problema. Il discorso cambia se il desiderio di giocare inizia a diventare un bisogno, quando il divertimento si trasforma in un'ossessione e quindi in una vera e propria malattia con possibili ripercussioni molto serie sul benessere e la qualità della vita della persona interessata e della sua famiglia.
Quando si trasforma in dipendenza, si inizia a giocare in maniera inconsapevole e incontrollata e, anche se non si hanno sufficienti risorse economiche, ci si inizia ad indebitare e a cercare soluzioni diverse per reperire nuovi soldi da "investire".
Si tratta di una vera e propria malattia che comporta un desiderio crescente ed irresistibile verso il gioco, l'aumento progressivo del tempo e dei soldi impegnati a giocare, ripetuti tentativi di recuperare le perdite e un vero e proprio malessere fisico e/o psichico quando si cerca autonomamente di diminuire o interrompere l'attività.
Esiste sicuramente una propensione al gioco patologico ma questa può essere esasperata da periodi di difficoltà e stress in ambito lavorativo (perdita o peggioramento delle condizioni di lavoro, cassa integrazione, pensionamento ecc.) o familiare (divorzio, lutto, malattia di un parente stretto ecc.). Non é da escludere anche l'insorgenza o l'aggravamento di stati ansiosi e depressivi non trattati.